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Nella stanza dove arrivano i rumori

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in orazione

ricomponi la cavità scalza della solitudine

della conca dei suoni a sera

nella stanza dove arrivano i rumori

nella liberazione del riparo

la gravità dei piedi al cuore orizzontale

si frange nella quotidiana profezia

che conta la vicinanza percorribile

a guadare. i dintorni della verità

-tenendo la corda appesa a un cielo

che singhiozza condiviso sulle labbra

ancora umide di miele- si sciolgono

   mentre schiocca nella bocca

soffre l’aria che esce fino a nascere

in un altro fiato suono primitivo

vergine come i rumori dell’infanzia

il profilo notturno appare e piove

ammorbidendo briciole di pane

secche dalle ore lunghe del giorno

 

Resto lì. e so di essere. chissà dove

 

 Leonora Lusin - 27/05/2013 00:26:00 [ leggi altri commenti di Leonora Lusin » ]

LETTA E RILETTA, ATTONITA NON RIESCO A PROFERIRE UN COMMENTO,

 amina.narimi - 22/05/2013 11:48:00 [ leggi altri commenti di amina.narimi » ]

Sono quelle stelle gli occhi, fuochi
e torno torno la mente gira nel suo amore siderale
Nel punto piu vicino va cosi veloce
che si fa danza e canto la gravitá
l’anomalia Vera sull’orbita del tempo
nel mio Giorno m’inclino a sera
fino ad accecare di muscoli la notte
mio solstizio quotidiano,altre,
giacendo sullo stesso piano, piango
sopra il mio mantello fluido il vento
solare del satellite mi asciuga
Ma ci sono luoghi e fianchi piccoli
rifugi scavati attorno dove quel Vento
non può entrare, lì si nasconde
il vento stellare e quelle Navette
che si muovono come minuscoli Pastori
dall’uno alla altro corpo, i miei satelliti
frammenti di pelle distrutti da un impatto
e qualche iperione tra le dita a fare rotta
tra le tempie e il cuore

 ferdigiordano - 22/05/2013 09:55:00 [ leggi altri commenti di ferdigiordano » ]

il congegno tra le tempie è un pianeta. questo rende tutto il resto satellite. occorre che tu mi spieghi come le navette parole attraversano il tuo spazio dall’uno all’altro corpo. rotte misteriche per me.

 amina.narimi - 21/05/2013 21:57:00 [ leggi altri commenti di amina.narimi » ]

Grazie Loredana tu che davvero conosci quella stanza dei suoni

grazie Cristina, quella stanza è come la conca dei suoni,
ci puoi ri-sentire dentro le voci dei tuoi cari

Grazie Anna, generosa amica

Ferdinando mi abbracci sempre con parole Grandi così essenziali nei miei giorni..

Grazie Carla

E grazie Franca per la generosità della lettura, per il tuo tempo dedicato,sei davvero dentro alla conca dei suoni che nelle sere di euritmia lasciano sentire il bene

 Loredana Savelli - 20/05/2013 22:27:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

La stanza più intima che ci sia, quella dove nasce l’ispirazione poetica.

(Foto bella e invidiabile : ))

  Cristina Bizzarri - 20/05/2013 14:14:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

In questa ancora di più che in altre tue poesie vivo il farsi del silenzio nella "tua stanza". E si tocca altro. E non sei più preda della gravità lì dove lo strappo si ricuce, dove, come dice magistralmente Franca, la memoria è spostamento in alta dimensione.


 anna - 19/05/2013 23:19:00 [ leggi altri commenti di anna » ]

Ciao Amina,
anche questa volta sei riuscita a commuovermi.
Un abbraccio

 Ferdinando Battaglia - 19/05/2013 19:46:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

Non c’è verso tuo
che non mi scalzi:
pellegrino giungo alla parola
che percossa vibra un suono,
soglia che si apre sul Mistero
sfumando ogni confine.
Lì non vedo più il mio morire,
per eccesso di Vita.


 Carla de Falco - 19/05/2013 18:41:00 [ leggi altri commenti di Carla de Falco » ]

Enigma e sospensione. Bella.

 Franca Alaimo - 19/05/2013 16:21:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Una poesia profondamente proustiana in cui il presente, per una suggestiva alchimia di suoni ed immagini, riporta con misterioso stupore, come mai fossero passati anni ed altri suoni ed altre immagini, ad un’infanzia altrove vissuta e ad una sera lontanissima con le sue conche di silenzio e una ad una figura che mai è nominata e che tuttavia aleggia come una presenza diffusa fra le due dimensioni temporali. Una bellissima poesia, originale anche per la sua struttura.

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